Al Parco Archeologico dell’Appia Antica, con il debutto di tre produzioni siciliane, alla Sicilia.
Anche nel 2024, i Teatri di Pietra tornano in Sicilia e lo fanno partendo dalla Regina Viarum, il Parco Archeologico dell’Appia Antica che quest’anno ha ospitato tre produzioni siciliane (“Il sogno di Aiace”, “Ulisse racconta Ulisse” e “Menecmi”). Dal 18 luglio, l’approdo in Sicilia per questa XX edizione che prevede nuove meraviglie come l’area archeologica di Ustica, il chiostro di S.Maria del Gesù a Modica e le rovine dell’Antica Cattedrale di Montevago che si aggiungeranno ai siti in tutta Sicilia (Palermo, Trapani, Messina, Agrigento, Caltanissetta, Siracusa) che fino al 30 agosto inoltrato ospiteranno oltre 50 spettacoli con più di 19 opere originali.
Si parte giovedì 18 luglio con due spettacoli: al Teatro Antico Akrai di Palazzolo Acreide (Siracusa) con Ulisse Racconta Ulisse e al Tempio della Vittoria di Termini Imerese (Pa) con Elena tradita, che verrà rappresentata anche il giorno dopo, venerdì 19 luglio, all’Area archeologica Solunto di Santa Flavia (Pa). Questa prima settimana si conclude sabato 20 luglio con Gaius Plinius Secundus in scena alle Terme Arabe di Cefalà Diana (Pa) e, il giorno dopo, domenica 21 luglio, alle Case D’Alia di Monte Iato San Cipirello (Pa).
I Teatri di Pietra in quanto “rete nazionale” ospitano in Sicilia le migliori produzioni che sono programmate nel circuito nazionale come De Rerum Natura, Pluto, La Fabbrica degli Angeli senza tempo, Gaius Plinius Secundus che da Volterra, ma anche dall’Appia Antica, dall’Anfiteatro Sutri, da Napoli, arrivano in Sicilia. E viceversa, con produzioni siciliane come Pirandello, Questo, Codesto e Quello, Autodifesa di Ismene, Ulisse racconta Ulisse (di Vespertino che ha concluso il Festival al Parco dell’Appia Antica), Menecmi, Odisseo Superstar, Elena Tradita, che vengono rappresentate nei teatri antichi e nelle aree monumentali di Lazio, Toscana, Campania e Basilicata. Questo doppio binario esprime la voglia e la capacità della rete di mutuare la migliore produzione da una parte e di irradiare la bellezza e la creatività siciliana dal locale a tutta la rete, dall’altra.
“Il Teatro è il miglior strumento per valorizzare il nostro grande patrimonio – dichiara il direttore artistico Aurelio Gatti – a condizione che rimanga integro nella sua funzione di rito collettivo perché, altrimenti, si riduce a un’esposizione formale che poco a che a vedere con la riflessione sulla bellezza e sull’uomo. La robustezza e l’azione dei Teatri di Pietra si fonda sulle volontà acclarate di fare rete da parte di artisti, compagnie, operatori culturali da una parte, e dall’altra dalla convinzione che ogni territorio è importante quando si esprime nella cura e valorizzazione dell’identità delle comunità.”